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15 - La volta del BDSM spiegato bene

Tutto quel che ti serve sapere per goderti meglio l’eros - di qualsiasi tipo

La volta del BDSM spiegato bene

In cui chiariamo che si può fare molto meglio di così. E alla fine c’è l’icona trans più improbabile del mondo.

Ehilà!

Eravamo rimasti segnando in agenda di approfondire il senso delle dinamiche BDSM che, a furia di divulgazione, party e community, potrebbe in effetti essersi perso un po’ di vista. Se mi prometti di leggere, ti prometto di non strillare troppo dal mio pulpito al profumo di caldarroste.

Io sono Ayzad, dal secolo scorso studio e insegno le sessualità insolite, e resto convinto che gli eventoni con l’elettronica e gli abiti fetish saranno pure fighissimi, ma starsene placidi sotto al piumone col fondale di una playlist di jazz noir abbia una sensualità tutta sua.

Oggi, fra le altre cose, parliamo di percorsi sublimi, tatuaggi insopportabili e tanto altro.

Pronti ad approfondire? Allora esploriamo insieme!

[Tutti i contenuti sono 100% IA-free]

PARLIAMO DI…

Come ottenere il massimo dai tuoi giochi kinky

Dicevamo la volta scorsa di quanta differenza passi fra la narrativa attorno agli ambienti delle sessualità alternative e il modo in cui vengono vissuti nella realtà. Qualcuno mi ha scritto, giustamente, che quel ragionamento partiva da due peccati originali (no, non questi): generalizzare le varie community sul modello di quelle BDSM, e dimenticare che ognuno vive le cose un po’ a modo suo.
Trattandosi di obiezioni parzialmente corrette, prima di proseguire sarà quindi il caso di chiarire un paio di punti.

È vero: mi capita spesso di usare l’ambito BDSM come modello di anche altre sottoculture - ma solo perché è molto ampio, sfaccettato e con una considerevole componente semipubblica. In altre parole, permette di vedere un po’ più chiaramente fenomeni e comportamenti che avvengono in piccolo anche entro altre nicchie… compreso il mondo vanilla. Facciamo che cercherò di starci più attento, e tu non dimenticherai di adattare ciò che scrivo alle diverse circostanze.

Poi sì: ognuno interpreta la sessualità a modo suo, ed è sacrosanto. Tuttavia un po’ per lavoro e un po’ per esperienza ormai ho riscontrato diverse dinamiche piuttosto frequenti, che non di rado scatenano a lungo andare problemoni seri. Ci siamo passati quasi tutti - me compreso - e proprio per questo so che, se solo mi avessero spiegato alcune cose, mi sarei potuto risparmiare tante brutte delusioni.
Come dire che l’intenzione non è di fare il saccente, né di proporre soluzioni universali. Sto solo cercando di fare quel che posso per darti qualche strumento in più con cui vivere meglio l’eros estremo, specie quando si tratta di situazioni con cui ho una certa consuetudine.

Venendo a noi; si era detto che fosse utile parlare di un altro equivoco riguardante il kink, questa volta più nella sfera privata. E non so se ricordi l’autocritica da cui era partita tutta la newsletter, ma in questo caso colpisce in pieno… perché faccio parte della causa del problema.
Come divulgatore sono stato a lungo complice - benché in buona fede - nel promuovere un racconto delle sessualità alternative in luce molto carina & coccolosa. Per combattere le discriminazioni anche violente che erano comuni fino a pochi anni fa, serviva infatti sottolineare il lato ‘sensato, sicuro e consensuale’ dei giochi, spazzando un po’ sotto il tappeto la parte più viscerale ed estrema, per non fare troppo la figura dei “porci schifosi”.
Problema: a furia di essere tutti belli pettinati e pulitini, di distanziarsi dai raccontacci porno, perfino il BDSM è diventato… piuttosto cazzone, per usare un termine da raffinato sociologo.

È una dimostrazione da manuale dell’efficacia dello storytelling. Nell’arco di una generazione siamo passati dallo struggerci per rapporti 24/7 totalizzanti, marchi permanenti, torture, orge e degradazioni assolute… ai munch in osteria, le schwa e i sex toy post-ironici.

Quindi bene… ma non benissimo, perché è ovvio che la fantasia sia di solito una versione esagerata e potenzialmente malsana della realtà; e certo che sperimentare di tutto sia divertente - ma voltare completamente le spalle agli archetipi da cui nasce il desiderio è assurdo.
Per dire: siamo proprio sicuri che l’immagine sopra ti faccia lo stesso effetto di quella qui sotto?

Appunto.

Solo che, a furia di autocensurarsi, stiamo facendo la fine della proverbiale rana nel calderone, quella che pian piano finisce bollita senza nemmeno accorgersene. Me ne rendo conto quando capita di parlare di BDSM con persone il cui immaginario è solo digitale e turbodopaminico, senza tempi per esplorare le fantasie fra un video e l’altro; lo vedo a certi party così safe che le pratiche spesso sono sempre quelle, senza spazi di creatività; me ne lamento da un pezzo col bondage superestetico ma fine a se stesso e sempre dannatamente uguale…
E non è neanche una questione di bolla cognitiva, perché basta visitare qualsiasi social network a tema kinky per riscontrare una frequente mentalità neoliberalista improntata alla quantità più che alla profondità, una specie di approccio alla Pokémon in cui l’obiettivo è collezionare: avere più partner, fare più pratiche, fare di più… e spesso più a uso dei like che non di un reale godimento.

Siccome l’opposto di tutto ciò è puntare invece a quella ‘connessione profonda’ che trovi citata nei post zozzo-motivazionali di Instagram - e magari perfino a qualcosa di più - lascia che ti descriva un altro modo di vivere i kink. Non è niente di strano: anzi, è semplicemente come si è sempre vissuto l’eros estremo, e forse ti sei perso strada facendo. Colpa mia che lo davo per scontato.

Il punto di partenza sta nel realizzare che le pratiche, per variegate e affascinanti che siano, sono solamente un mezzo e non l’obiettivo. Prendiamo per esempio la fustigazione: fa un sacco di scena, richiede gli strumenti giusti e un investimento di tempo e studio per imparare a usarli correttamente… e, se non viene vissuta con lo spirito giusto, è solo un complicato fastidio non molto diverso da chiudersi le dita in un cassetto, quando non proprio una violenza e basta.
Oppure può essere un’esperienza sublime in cui un partner si abbandona completamente alla volontà dell’altro e lo invita a lasciare uscire la crudeltà istintiva che ogni essere umano possiede ma giustamente reprime fin dall’infanzia. Diventa un emozionante naufragio dentro sensazioni da cui chiunque rifugge, ma che per una volta possono essere assaporate e addirittura abbracciate, fino a che il corpo attivi meccanismi fisiologici di godimento di cui la maggior parte della gente non sospetta nemmeno l’esistenza. I gesti divengono la più tangibile prova di complicità, amore e appartenenza reciproca; l’esperienza spalanca il portone della più totale disinibizione erotica, di un’assenza di censure assoluta che espande il sesso oltre la genitalità, risvegliando parti del corpo e della mente di sorprendente potenza. C’è dolore, ma soprattutto compassione (letteralmente: ‘condivisione di emozione’), accoglienza reciproca, accudimento, assenza di giudizio… E la smetto qui per non scadere troppo nella poesia, ma credo saltino agli occhi due cose.

Primo: puoi fare un esercizio di grammatica, cambiare ‘fustigazione’ con qualsiasi altra pratica, e accorgerti che il discorso regge perfettamente lo stesso, a riprova della poca importanza di cosa si faccia rispetto a come lo si fa.
Secondo: quel che ho descritto si vede molto raramente agli eventi kinky, e mai nella pornografia a tema. Perché non è questione di performance, ma di presenza consapevole.

Se vogliamo continuare a fare cosplay di filosofia: il punto è la connessione; non si può approfondire la connessione umana se si è concentrati sulla tecnica del giochino di turno; quindi piantala di sperimentare sempre roba e persone nuove, impara quanto basta per non dover pensare alla tecnica, e focalizzati piuttosto su ciò che stai vivendo. Inoltre: Socrate è un uomo.

Scherzi a parte: fare il circo dei kink ha un indubbio fascino, ma quando si trova ciò che più risuona col nostro modo di sentire il rapporto, meglio fermarsi su quello e gustarlo fino in fondo, cogliendone ogni sfumatura. E la community è bella, ma per certe cose serve intimità.
Nel concreto, ciò significa non relegare le proprie fantasie a momenti extraquotidiani come gli eventi, il sex work o le fughe in motel. Vuole dire mettere via il cellulare e fregarsene di foto e social per concentrarsi solo sul partner. Richiede prendersi tutto il tempo che ci vuole, riconoscendo all’eros il diritto di conquistarsi spazi anche in quella che qualcuno si ostina a chiamare «vita normale».

In fondo è logico. L’intimità permette connessione e costanza nell’esplorazione; la costanza permette di compiere un percorso che porta entrambi ogni volta un po’ più in là sull’enorme mappa dei territori della sessualità; il percorso permette di scoprire sensazioni più intense, perché si ha modo di costruire fiducia e conoscenza reciproca; le sensazioni più intense invitano a vivere con più convinzione i propri ruoli. Tutto ciò non significa dover puntare per forza all’estremo… ma non lo esclude nemmeno, se una vocina in fondo all’anima dovesse tenerci tanto a sperimentarlo. Ed è chiaro che certe cose non si fanno da un giorno all’altro.

In compenso se c’è tutto quanto elencato poco fa si possono anche fissare degli obiettivi - come guarda caso avveniva sempre in quelle fantasie ancestrali da cui è partito tutto. Potrebbe trattarsi di un rapporto 24/7, o di vivere la casa come uno spazio di continua libera sessualità, o di relazionarsi attraverso un’identità più eccitante, o mille altre possibilità. Dicevamo che ognuno la vive a modo suo, no?
Per tornare ai miei soliti esempi culinari: è la differenza fra la pasta in scatola con la salsa pronta, e impastare le tagliatelle fresche da condire con un sugo fatto a mano. Va bene anche la prima opzione, per carità… ma vuoi mettere l’altra? E il fatto è che, di solito, le uniche cose che ti condannano al fast food sono solo pigrizia e superficialità.

Cambiare approccio richiede un po’ di impegno, ma non è difficilissimo. Prova così:

  • Parla sinceramente con il tuo partner, e negoziate come volete impostare le cose: tempi, luoghi, ruoli, limiti, obiettivi…

  • Fissate finestre di gioco sempre più ampie. Partite da una sola ora in cui restare “dentro al gioco” prima di tornare alla quotidianità (non prima di esservi coccolati e confrontati su com’è andata), poi provate con tre, otto, un giorno, due… eccetera. Facile che scopriate di stare meglio indossando questi nuovi ruoli che senza

  • Non fate l’errore delle coppiette vanilla, che passata l’emozione dell’innamoramento iniziale e della scoperta reciproca si intristiscono nell’abitudinarietà. Mantenete la dinamica generale che vi piace di più, e introducete (o recuperate!) varianti solo quando notate di stare scivolando in comportamenti ripetitivi

  • E certo: ogni tanto frequentate anche le community e gli spazi sociali dedicati alle vostre passioni. Ma ricordate che sono un’aggiunta al privato, non il contrario

E voilà. Tantissime parole per ricordare qualcosa che forse non era più tanto ovvio. La prossima volta ti assicuro che la farò più breve e leggera - ma nel frattempo pensaci su, e magari prova a vivere i tuoi kink con questo tipo di approccio. Poi fammi sapere.

Io, intanto, ho fatto più di 20.000 punti a Suika Game.

STIMOLAZIONI

Pensa te le coincidenze: nella rassegna di notizie strane sul sesso, abbiamo tre link collegati fra loro… più un paio di altre cose curiose (fare l’en plein sarebbe stato un po’ esagerato, dai!)

STORIE DI COACHING

Dicono di me - La testimonianza di Gianni

«Gli incontri con Ayzad sono stati emozionanti: ha centrato in pieno i problemi che stavamo vivendo io e mia moglie per poi aiutarci a ritornare a essere amanti appassionati. Lei ora ha tanta voglia di mettere da parte i preconcetti, è incuriosita a provare cose nuove e come coppia stiamo facendo un percorso davvero nostro e molto stuzzicante. Io mi sono liberato dalle aspettative, mi sono aperto alle sue prospettive e vivo l’eros con più rispetto: meno finalizzato al qui e ora, bensì dilatato nel tempo e nel sentimento. Ho sostituito stereotipi immaginari con la realtà, di gran lunga più intrigante, abbandonando la vergogna. Adesso perfino preparare la cena in famiglia può trasformarsi in un gioco eccitante che potrebbe non finire mai.

Un grazie di cuore da entrambi per tutto ciò che ha fatto!»

Gianni

INCONTRIAMOCI

Ecco i prossimi appuntamenti dal vivo:

Freedomina - Party

16 NOVEMBRE - MILANO

L’evento BDSM al femminile più particolare in Italia.
Un party per donne dominanti e sottomessə di ogni genere, basato su rispetto e sicurezza per tuttə – ma soprattutto su vera passione per il femdom, senza sottotesti commerciali.

Sadistique - Party

7 DICEMBRE - MILANO

Da 20 anni, il luogo di riferimento per il mondo kinky italiano.
Un ambiente sicuro e accogliente in cui conoscere e giocare con persone amanti del BDSM, che offre anche seminari, mostre d’arte, e… un tema diverso ogni mese con un concorso spettacolare.

DAGLI ARCHIVI

Feticismi sconvolgenti dal passato: i porno lederhosen!

C’è una storia così assurda che, se non ci fossero tonnellate di prove, non ci avrei mai creduto. Nel 1973 al cinema sono usciti L’esorcista, La stangata, American graffiti, Papillon, 007 – Vivi e lascia morire, Serpico e Jesus Christ superstar… quindi quale fu il film campione di incassi in Germania? Ti darò un indizio: nessuno di quelli citati.
La stupefacente risposta è ‘Liebesgrüße aus der Lederhos’n’, diretto da Franz Marischka – e se non l’avevi mai sentito nominare è probabilmente perché non hai un feticismo per i montanari bavaresi. Sul serio.
Ti spiego tutto in un articolo da gran suini cinefili.

LETTURE

Due libri che ti piaceranno:

Sunstone

Più che ‘un libro’ è una graphic novel in più volumi. Ma, oltre a essere una gioia per gli occhi, racconta la realtà del mondo kinky - dove anche le star del fetish hanno fragilità molto umane.

BDSM - Guida per esploratori dell’erotismo estremo

Il best-seller di riferimento sul tema, alla sua quinta edizione aggiornata.

Come temevo, sono un po’ indietro sulla tabella di marcia e non posso ancora rivelarti a cosa ho lavorato in questi mesi… ma manca veramente pochissimo! In compenso si può anticipare che ci sarà di mezzo la mia frequente spalla di divulgazione Anna Soares - in un ruolo tutto nuovo.

Nel frattempo, cosa ti ha interessato di più questa volta? Cosa vorresti leggere la prossima? Scrivimi i tuoi commenti: non riesco a rispondere a ogni mail, ma le leggo tutte!

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E COME PROMESSO…

È il 1998. Negli Stati Uniti linciano Matt Shepard perché gay, ma eleggono la prima governatrice lesbica. Alcuni attivisti LGBT+ vengono arrestati per “atti osceni” nel privato di casa loro, ma tre stati depenalizzano l’omosessualità. Rita Hester, trans di colore, viene uccisa e in risposta nasce la Giornata Internazionale della Memoria Trans… mentre in occidente debutta Super Mario 2. C’entra più di quanto credi.

Alla prossima, e nel frattempo… goditi la vita!

A.